Il nome Vendòi deriva dalla parola celtica vindoialos, che significa “radura, disboscamento”. L’antichità dell’insediamento è confermata dal passaggio nelle vicinanze di una importante via romana, realizzata alla fine del I secolo a.C. per collegare la città di Iulia Concordia con il Norico (attuale Austria), di cui a Vendoglio è stata ritrovata una pietra miliare intitolata ad Ottaviano Augusto. Altra testimonianza sicura è la presenza, almeno dal XII secolo, di una chiesa e di un’abbazia di monaci benedettini dipendente dal monastero di San Paolo di Lavanttal (Carniola superiore) che molto probabilmente sorgeva sul luogo oggi occupato dal cimitero comunale (badie). A partire dal XIII secolo è inoltre documentata l’esistenza di un castello appartenente alla famiglia “Giusti” che resse il feudo fino in epoca veneziana.
La frazione è stata pesantemente colpita dalle demolizioni post-terremoto, che hanno causato la perdita di edifici significativi. L’antica canonica, con il suo doppio ordine di arcate a sesto ribassato, è stata rimpiazzata da un edificio moderno ora adibito a centro polifunzionale. L’elegante fabbricato della scuola elementare, costruito negli anni ’30 del Novecento, è stato demolito per fare posto alle casette a schiera donate dalla città di Chicago. Completamente stravolto dagli abbattimenti anche l’antico complesso edilizio denominato cjastielàt, posto a sud del terrapieno murato su cui è costruita la vecchia chiesa di S. Michele, che rappresentava il probabile residuo dei fabbricati di servizio al castello medievale, forse addirittura una centa difensiva. Inoltre sono stati abbattuti diversi edifici che rivestivano una notevole importanza per la vita sociale del paese: la latteria turnaria, situata subito dietro l’abside della chiesa parrocchiale novecentesca, e l’osteria/panificio di Gjerén, che prospettava su piazza IV Novembre.
Fino al 1976 l’insediamento centrale del paese appariva chiaramente organizzato secondo un percorso ad anello (gîr de vile), lungo il quale le abitazioni e gli annessi rustici si disponevano razionalmente creando una sequenza di cortili aperti sul fronte strada. Tale assetto è andato quasi completamente perduto: ora alle corti e alle quinte edilizie continue si sono sostituiti edifici isolati che stentano a ricreare un tessuto urbano significativo.